28 settembre 2011

Gesù fa ancora scandalo. E la Bbc cancella avanti e dopo Cristo




La notizia è destinata a fare il giro del mondo e ad alimentare la compagnia di giro dei commentatori occidentali e non solo occidentali: i tutori dell'etica della Bbc hanno proposto di abolire le tradizionali e classiche espressioni «Avanti Cristo» (A. C.) e «Dopo Cristo» (D. C.), sostituendole con la dizione più «neutrale» «Common Era» o «Era Volgare». Un Vescovo anglicano di origini pachistane si è molto agitato e il sindaco di Londra ha definito l'iniziativa «puerile, assurda e senza spina dorsale». Bene, siamo alle solite: la dialettica culturale con le consuete propaggini ideologiche. Le quali, però, non toccano in alcun modo le radici della questione, che sono sostanzialmente due. La prima riguarda lo scandalo di Cristo. «Oportet ut scandala eveniant», recita il Vangelo. È necessario che avvengano scandali e il primo scandalo è proprio la persona di Gesù Cristo. Perché è il Dio crocifisso, dice sant'Agostino, che va a morire sulla croce come un brigante e soffre per salvare tutti, inclusi coloro che oggi vogliono eliminarlo perfino dalla nomenclatura storico-culturale. Skàndalon, in greco, vuol dire pietra d'inciampo. E i notabili «etici» della Bbc, insieme ai benpensanti cristiani - e l'accostamento non sembri equivoco - inciampano sulla stessa pietra: Cristo. Benedetto XVI richiama da tempo l'eclissi di Dio nella civiltà occidentale. Una civiltà priva di fondamento prima di tutto ontologici e solo in secondo luogo etici. Un mondo che non riconosce altro che il narcisismo di ritorno di cui ha scritto magistralmente il filosofo americano Lasch. Una realtà geo-culturale fondata sull'assenza di Cristo. Eppure così retoricamente invischiata con i cascami nominalistici dell'«Avanti Cristo» e del «Dopo Cristo»: è l'essenza di Cristo, dopo il dominio dell'assenza di Cristo. La decisione della Bbc toglie il velo ad un'ipocrisia rendendo, così, oggettiva la querelle decisiva della nostra civiltà: Cristo. Appunto: gli scandali sono necessari. Ma vi è un altro punto da sottolineare: la realtà della Tradizione come nucleo vivente di una storia comune. È ancora ciò la Tradizione cristiana? Oppure la nostra figura di modernità, che una filosofa geniale come Chantal Delsol ha definito «modernità tardiva», non riesce neanche più a sopportare la presenza di Cristo? Il concetto di Tradizione è denso ed avvincente nelle sue declinazioni religiose ed antropologiche. Infatti, esso denota innanzitutto il tràdere, il comunicare di padre in figlio la verità accolta come un dono e, nel contempo, conquistata. Il cristianesimo, in questo modo, si fa cristianità, ovvero cultura e civiltà reale, materiale e matericamente inscritta nel corpo, magari malato, di un popolo, di molti popoli. In questo senso, si può stigmatizzare la scelta culturale (ideologica?) della Bbc e perfino combattere contro una certa militanza anti-cristiana così diffusa nel mondo anglosassone. Ma il Papa, nella sua visita nel Regno Unito, ha usato un altro metodo: è partito dal valore della civiltà anglosassone, in tutta la sua estensione storica e laica, per domandare all'Inghilterra contemporanea: chi sei, oggi? Cosa rimane di tutto ciò? È un interrogativo bruciante che non può essere censurato e che scelte come quelle della Bbc fanno paradossalmente riemergere. (di Raffaele Iannuzzi-tratto da "Il Tempo")

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