28 novembre 2010

Vengano nel mio hospice,cambieranno idea

«Invito i conduttori di 'Vieni via con me' nella mia clinica ad Asuncion. Sono sicuro che cambierebbero idea ». Indomito come sempre, padre Aldo Trento, membro della Fraternità sacerdotale San Carlo Borromeo da anni di stanza in Paraguay, freme di fronte alla trasmissione di Fazio e Saviano che ha mostrato ad esempio i casi eutanasici Welby ed Englaro.
Padre Trento parla a ragione veduta: dirige il primo, e tutt’ora unico, hospice del Paraguay all’interno della clinica San Riccardo Pampuri ad Asuncion. Uno spazio per dare dignità ai malati terminali della capitale paraguaiana: dal 2004 sono oltre 600 le persone transitate in questo spazio di cura amorevole e dedizione al prossimo. «Nel nostro ospedale – spiega padre Trento – è venuto uno dei più grandi giornalisti latinoamericani, un ebreo ateo, una persona onesta, Humberto Rubin. Alla fine della visita ha detto: 'Se quello che ho visto è Dio, posso crederci anch’io'. Il nodo, in quella trasmissione su Rai tre, è una mancanza di lealtà con il proprio cuore. Temo non verranno mai a trovare Giovanna, una malata di Sla di Bresso (in provincia di Milano, ndr) che ho incontrato in questi giorni mentre ero in Italia. Sentirla mentre parla tramite il computer grazie al movimento degli occhi, sentirla che parla della grazia della vita e della bellezza di Cristo! Lei, che ha avuto tragedie in famiglia: un genero suicidatosi, il marito ucciso dai ladri in casa. E vedere la fede che ha!». Per il missionario, ciò di cui si è parlato in quel programma «è un falso problema, montato appositamente e dimenticando le migliaia di persone che lottano per la bellezza della vita. Come le migliaia di giovani che in dieci giorni in Italia ho incontrato in diverse città (Firenze, Bologna, Cantù, Palermo…) e che riempivano i saloni. Ho l’impressione che la televisione abbia unicamente l’interesse di far passare una cultura della morte. Lo constato nel mio Paese, il Paraguay, dove il tema dell’eutanasia è all’ordine del giorno: anche in America latina questa ideologia sta dominando con l’eliminazione del concetto di persona».
Ma perché non si dedica spazio ai tanti malati e alle loro famiglie che non scelgono la morte? Forse la carità fa paura? «Sì, il bene non fa notizia – risponde padre Trento –La cultura dominante, mediante i mezzi di comunicazione ha altri interessi. Di certo non quello di mostrare l’immenso positivo che esiste. Io non ho visto le televisioni venire a filmare il pienone di Palermo, di Pavia, di Firenze, di Cantù quando ho incontrato migliaia di giovani. Perché non vengono?».
A Firenze, dove ha parlato nei giorni scorsi, però, padre Trento ha avuto alcuni problemi. «Sì, perché l’anno scorso, per protesta, avevo restituito un’onorificenza della Repubblica italiana per denunciare l’inerzia sul caso Englaro. Allora il direttore dell’ospedale degli Innocenti di Firenze ha detto: quest’uomo (riferendosi a me) qui non è desiderabile, perché Beppino Englaro è cittadino onorario di Firenze. Ecco chi è ideologico. Hanno perfino paura che arrivi uno che la pensa diversamente per amore a quella figlia e anche a quel pover’uomo. Gli impediscono di parlare. E così ho tenuto la conferenza nell’aula magna dell’università, non all’ospedale degli Innocenti come previsto».
(tratto da "Avvenire")

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