09 ottobre 2007

La difesa della religiosità

La comunità cattolica indiana ha dedicato ieri, 7 ottobre, un’intera giornata di preghiera per la pace e la riconciliazione in Myanmar, e per esprimere solidarietà al popolo birmano. La giornata, organizzata dalla Commissione Giustizia e Pace dell’Arcidiocesi di Delhi, ha visto sfilare in un pacifico corteo per le strade della capitale preti, suore, laici, con fedeli buddisti e di altre religioni, che hanno acceso candele e pregato incessantemente per la popolazione civile birmana, sottoposta a violenza e repressione.
Il corteo ha invocato libertà, democrazia e diritti umani in Myanmar, dichiarando vicinanza e solidarietà ai monaci buddisti che si sono esposti per chiedere la pace e il rispetto della dignità dell’uomo alla giunta militare birmana. Stessa iniziativa di preghiera si è registrata nei giorni scorsi nelle Filippine, dove fedeli cattolici e membri di molte associazioni civili si sono uniti marciando per le vie di Manila e chiedendo la fine della repressione in Myanmar.
I Vescovi filippini hanno invitato tutti i fedeli a pregare costantemente e a offrire Sante Messe perché cessi la violenza e si raggiunga una soluzione pacifica alla crisi del Myanmar.

Dispiace notare come in Italia nessun politico si sia mosso contro il regime comunista birmano con la stessa prontezza mostrata più volte per manifestare contro Stati Uniti ed Israele. Non credo sia un caso. Grazie a Dio una parte del mondo cattolico non è schiavo dell'ideologia per cui fa sentire la propria voce in tutti i casi in cui non via rispetto per la vita e la libertà sia che si tratti della pena di morte di Stati Uniti ma anche di Cina e dei forni crematori del regime birmano.

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